Il Simbolo

Il Simbolo

Il Guerriero di Capestrano è il più celebre guerriero italico, “icona” simbolo dell’Abruzzo e della sua identità.
E’ l’immagine di un re, il re Nevio Pompuledio, che si ergeva in origine in cima al suo tumulo sepolcrale della necropoli presso Capestrano.

Il re guerriero ha in testa un elmo da parata con larga tesa e cresta di piume; sul petto e sul dorso i dischi-corazza a protezione del cuore. Ha la spada nel fodero, con l’elsa decorata e due lance raffigurate nei pilastri laterali. La mano destra tiene una scure sacrificale. Indossa gioielli al collo e agli avambracci, ostentando la sua ricchezza e il suo potere.
Le braccia ripiegate sul petto con le mani aperte e il pollice divaricato si ripetono in tutte le statue di principi piceni in segno di regalità e sacralità.
Ma il Guerriero, ricavato da un unico blocco di pietra calcarea di cava locale, ha un’imponenza fuori dal comune, è alto due metri e ampio quasi 135 cm: “ha il carattere eroico e quasi soprannaturale, nella sua nudità, così ha accolte ed espresse tutte le reali qualità di guerriero di razzae non di guerriero Italico ma in sublimata immagine” (cit. G. Moretti).

damaIl ritrovamento, nel 1934 in località “Cinericcio”, avviene casualmente da parte di Michele Castagna, soprannominato per questo “Ju mammocce”.

Accanto alla statua fu rinvenuto un busto di donna nota come “La dama di Capestrano”, probabile consorte o figlia del guerriero.

Entrambe le sculture sono esposte nel Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo di Chieti, in un suggestivo spazio espositivo creato da Mimmo Paladino.
Sul palcoscenico del museo va in scena un’opera affascinante che va “al di là del tempo”: il guerriero di Capestrano continua con fierezza ad incitare il suo popolo all’orgoglio ed al coraggio.

Nei due pilastrini laterali che sorreggono il guerriero sono incise due lance, una delle quali reca un’enigmatica iscrizione riconducibile ad una lingua di tipo osco-umbro arcaico, “MA KUPRI KORAM OPSUT ANANIS RAKI NEVII”. Una interpretazione accreditata fornisce questa traduzione: “me bella immagine fece Ananis per il re Nevio pompuleio”. Ma altre numerose interpretazioni forniscono soluzioni diverse, lasciando l’iscrizione avvolta ancora oggi nel mistero.


Durante il G8 del 2009 il Guerriero di Capestrano fu tra le opere esposte a L’Aquila per mostrare al mondo le bellezze dell’Abruzzo ferite dal terremoto del 6 aprile 2009. Nella foto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama con l’allora premier Silvio Berlusconi di fronte al Guerriero di Capestrano nel G8 dell’Aquila.

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